Le idee migliori vengono quando si è da soli: in bagno, in bici, nel sonno. Ed è un’idea fantastica quella che è venuta a Giuditta Pasotto stando da sola, anche se con due bambini il concetto di solitudine non esiste. “Essere genitori single non vuol dire non uscire con nessuno o non avere una vita sociale – mi rassicura Giuditta – significa vivere nella condizione di gestire i propri figli da solo. E allora capita di essere a corto di idee per il weekend”. Ed è così che, forte di una navigata esperienza nel mondo della comunicazione, Giuditta ha dato vita a Gengle.it, un social network per genitori single: ha trasformato un problema in un’opportunità, si è fatta cavia, ha trovato una risposta ai propri bisogni e l’ha immessa sul mercato.
Un progetto nato con buoni propositi che, per numero di iscritti e interesse della stampa, è andato aldilà delle più rosee previsioni di Giuditta.
Gengle funziona in modo molto semplice, come accade per le cose migliori.
Ci si iscrive e si accede a una bacheca piena di proposte per stare insieme ad altre famiglie monogenitoriali: per passare due ore al parco, per andare al Carnevale di Viareggio, per una pizza in gruppo. Le proposte vengono quasi tutte dagli stessi utenti: ognuno è libero di proporre cose da fare alle quali gli altri utenti possono aderire.
“Anche Gengle però fa le sue proposte – mi spiega Giuditta – organizzando viaggi per tutti gli iscritti che vogliono aggregarsi. In queste occasioni Gengle diventa una specie di tour operator, pianificando le attività, l’alloggio, il vitto. Il primo incontro l’abbiamo fatto a Venezia, e per Pasqua abbiamo deciso di giocare in casa e di vederci qui a Firenze, dove vivo e dove ha sede Gengle.”
Mentre Facebook è sempre più anti-social, mi sembra di capire che Gengle invece fa davvero il social network. “Gengle non è un social virtuale. Chi si iscrive lo fa per conoscere gente nuova, magari in una condizione affine alla propria, per vedersi di persona e non per chattare. Per uscire, per fare una gita insieme, per passare un weekend in compagnia. Ecco perché abbiamo anche sviluppato una rete di portali dedicati ai bambini, gli omologhi di Firenze Kids sparsi per l’Italia, per offrire ai nostri iscritti dei riferimenti di qualità e aiutarli ad organizzare meglio il loro tempo libero.”
Ho avuto un incubo: una mamma single e sua figlia entrano in Gengle, fanno amicizie splendide, partecipano a gite memorabili. Poi improvvisamente mamma conosce un uomo, si innamora, mette su una relazione. Ed è costretta a rompere le amicizie con gli altri gengles.
“…a dire il vero alcuni mi scrivono chiedendomi se devono cancellarsi dal network perché la sera prima si sono accoppiati! Ma no, Gengle non è una setta, è una comunità inclusiva. Gli iscritti si conoscono sul portale ma poi formano gruppi locali, coltivano la loro relazione per via diretta. Anche se restano legati a Gengle, dove trovano sempre nuove proposte di giornate da passare con nuovi conoscenti”.
In questo senso Gengle è un po’ come Firenze Kids: nascono sempre nuovi bambini, ci sono sempre nuovi divorzi. È un’utenza che si rigenera di continuo.
“Quando Gengle è nato, pochi mesi fa, mi immaginavo che avrebbe attratto perlopiù divorziati e separati. E invece è emersa un’utenza che non avevo neanche immaginato: nonni rimasti improvvisamente soli, molti vedovi, ragazze madri e ragazzi padri. Genitori che hanno bisogno di fare rete, di uscire dall’isolamento. Ma anche di un aiuto concreto. Per questo motivo accanto alla bacheca delle proposte e ai forum di discussione abbiamo dato vita a due sezioni di auto-aiuto: un mercatino per scambiare, vendere e regalare vestiti e attrezzature dismessi dai bambini, e una banca del tempo in cui gli iscritti possono aiutarsi a sbrigare faccende e scambiarsi professionalità.”
Che detta così sembra una triste confraternita di auto-aiuto: invece a parlare con Giuditta e a sbirciare le proposte sul sito, sembra proprio che la community di Gengle viaggi alta sulle onde del divertimento. Alla faccia della solitudine (con pernacchia!).