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La Scuoletta di Teatro del Cantiere Obraz è nata nel 2006. All’epoca teneva i corsi presso un’associazione culturale dell’Oltrarno. Dal 2009 si è trasferita al Teatro di Cestello dove è nata un’ottima collaborazione che ha permesso, nell’arco di un paio d’anni, di triplicare i corsi.
L’insegnante di riferimento è Alessandra Comanducci, che ho intervistato per farmi svelare il segreto di tale successo.

Michela: Alessandra, perché far frequentare ai nostri bambini un laboratorio teatrale?
Alessandra: Premetto che io sono profondamente convinta che tutti debbano fare teatro, indipendentemente dall’età, dal talento, dalle possibilità, perché il teatro è una delle poche attività umane che coinvolge contemporaneamente il corpo, la voce, l’emozione e il pensiero e per questa sua natura fa bene alle persone e alla società.

Michela: Qual è il tuo approccio all’insegnamento?
Alessandra: Alla Scuoletta di Teatro, in molti anni di pedagogia, abbiamo sviluppato un approccio ludico, in cui attraverso esercizi e giochi teatrali, insegniamo agli allievi ad esprimersi teatralmente. I nostri corsi sono tutti tenuti da attori e non da educatori perché, per noi, aver fatto l’esperienza del palcoscenico è fondamentale per poter insegnare teatro. Le modalità di avvicinamento al teatro cambiano, ovviamente, a seconda delle fasce d’età. Per i bambini strutturiamo il corso con molti giochi e da alcuni anni abbiamo inserito degli elementi di disegno e pittura per la creazione delle loro scenografie o di elementi per i costumi. La costruzione dello spettacolo finale nasce dal racconto di una storia che viene poi messa in scena sulla base di spunti, battute e riflessioni scritte insieme ai bambini.

Michela: Ci dai qualche informazione più dettagliata sui corsi?
Alessandra: I corsi si svolgono al Teatro di Cestello da ottobre a giugno e sono divisi per fasce d’età: i piccoli di 5-8 anni il lunedì dalle 17 alle 18, i ragazzi di 9-11 anni sempre il lunedì dalle 18 alle 19. Alle fine dell’anno è previsto un saggio-spettacolo. Inoltre abbiamo attivato due corsi di teatro per adolescenti (13-18 anni), uno base e uno avanzato.
Coi bambini e coi ragazzi lavoriamo sempre sul palcoscenico (il palco nudo è 13x8m). Questo ci permette di spiegare loro i meccanismi del teatro, di immergerli in un’atmosfera magica, e di mostrare le scenografie da vicino, scatenando la loro curiosità di giovani spettatori.
Le attività di Cantiere Obraz rivolte ai ragazzi non si limitano a questo: facciamo interventi teatrali specifici nelle ludoteche, nelle scuole, in spazi all’aperto. Inoltre, dall’anno scorso abbiamo attivato, in collaborazione con Manitese e Melarancia, un’altra sede della Scuoletta di Teatro a Scandicci (mercoledì dalle 17 alle 18), e da quest’anno ne apriremo una in Via San Zanobi allo Spazio_Obraz (giovedì bambini dalle 17 alle 18).
Oltre questo, negli ultimi quattro anni abbiamo prodotto alcuni spettacoli per bambini che sono presenti nella stagione per ragazzi di molti teatri della provincia di Firenze. Quest’anno portiamo in giro Alice Cascherina, ispirato ai racconti di Gianni Rodari.

Michela: Ci racconti un po’ di te? Cosa ti piace dell’insegnamento ai bambini?
Alessandra: Nel 1997 mi sono trasferita a Firenze per studiare recitazione e fare l’università. Mentre completavo la mia formazione, facevo da assistente in corsi di teatro per bambini e adulti. La pedagogia teatrale è stata una rivelazione per me e, sebbene io sia anche un’attrice, l’insegnamento è la mia vera vocazione. Ho approfondito le mie conoscenze con molti maestri, e in particolare, dal 2006, lavoro sulla biomeccanica teatrale con Nikolaj Karpov: ho studiato con lui come attrice prima e come pedagoga teatrale poi. Insegno in alcune realtà fiorentine fra cui Catalyst al Teatro Puccini, la Scuola Intercity al Teatro della Limonaia di Sesto e il Teatro di Cestello, appunto.
Riguardo alla mia esperienza coi bambini, posso dire che, facendo un teatro fisico, altamente legato all’espressività del movimento, quello che mi piace è la loro infinita possibilità di usare il corpo (e la voce) per trasformarsi in qualsiasi cosa: un bambino quando GIOCA “fa finta,” ma “fa finta per davvero” e qui sta l’essenza del teatro.

Michela: So che hai una bambina, Nina: come condividi questo tuo impegno, la rendi partecipe e come vede lei questa tua attività “atipica”?
Alessandra: Io e il mio compagno lavoriamo in teatro e il teatro è un argomento continuo e costante nelle nostre vite. Per Nina tutto è normale, non credo che avverta un’atipicità in quel che facciamo, se parlassimo di equazioni o di macchinari sarebbe lo stesso. Riguardo a renderla partecipe, non so, non la porto con me sul lavoro, se viene in teatro si sente a suo agio, ma credo che il recitare passi silente attraverso altre cose. Un gioco, per esempio, o l’inventare una canzone o il modo di leggere una fiaba. Andiamo anche a vedere spettacoli insieme e lei è molto attenta e divertita, ma guai a vedere uno spettacolo in cui recito io: mi tiene il muso per due giorni perché dice che mi dimentico di lei visto che se mi chiama dalla platea io non le rispondo.
Quando aveva 2 anni le ho regalato il teatrino che mi era stato regalato quando io ne avevo quattro. È un piccolo teatro rosso di compensato, alto 1 m e 20. Ci gioca volentieri, ma, in realtà, il gioco consiste nel preparare tutto: mettere le bambole come pubblico, accendere le lucine, alzare il sipario e dire solo la frase “Ed ecco a voi lo spettacolo!” aspettando gli applausi per poter fare un bell’inchino! Frase che può esser ripetuta anche 200 volte in un pomeriggio.

Beh, che aggiungere? Se vi ha incuriosito e la zona vi è congeniale, perché non provare la Scuoletta di Teatro?

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