[dropcap]C’[/dropcap]era una volta, in quel di Firenze, un gruppo di musicisti professionisti, che girava il mondo suonando in vari contesti. Un giorno, fra un concerto e una tournée, magari durante uno di quegli estenuanti spostamenti in autostrada che caratterizzano la vita dei musicisti, gli venne in mente che il vecchio motto “sesso droga e rock and roll” era un’idea un po’ datata, d’impatto negli anni ‘60, ma adesso…
Adesso il rock non è più roba da scontro fra generazioni, anzi, con la sua energia liberatoria, il suo impatto emotivo, la voglia di ballare e stare insieme si adatta alla grande all’esuberanza dei bambini contemporanei e fa parte della cultura di molti genitori.
Il caloroso e numeroso pubblico della DaddyBand
Quindi, per tornare alla nostra favola, siccome i nostri eroi erano musicisti, ma anche papà, un giorno gli venne in mente, a loro per primi in tutto il regno, di ideare uno spettacolo rock che in sé avesse i seguenti obiettivi: far conoscere ai bambini i grandi classici della cultura rock, farli scatenare e divertire coinvolgendo anche i loro genitori che, forse, da un decennio (e siamo ottimisti) ad un concerto rock non avevano più partecipato. E così chiamarono a raccolta le loro forze e fondarono la DaddyBand, che in inglese significa appunto la Band dei Babbi.
Ovviamente questa favola è frutto della mia fantasia, ma ci sono alla base alcuni elementi veri: Riccardo Dellocchio, il frontman del gruppo, lo conosco davvero e lo stimo come musicista e come papà, e so per certo che anche gli altri componenti della Band sono professionisti e padri. Infine, il 5 gennaio 2014 sono andata con tutta la famiglia al Viper Theatre a vedere il primo dei loro 4 concerti gratuiti in programma in questo luogo.
L’arrivo al Viper
[dropcap]A[/dropcap]rriviamo alle 16.15 ed entriamo, l’atmosfera è già quella frizzante che si respira prima di un concerto: i bambini non se ne rendono conto e si rincorrono fra loro giocando, ma i genitori sì e si fanno avanti nella semioscurità del teatro che è proprio una location da concerti veri, mica roba da pivelli: le luci bassissime, il pavimento in discesa verso il palco rialzato, la balaustra laterale dove appoggiarsi, il palco illuminato con gli strumenti in attesa dell’inizio. Lo sponsor dell’evento è la Mukki Latte e il personale sorridente e armato di tanta pazienza offre, a chi lo desidera, bicchieri ricolmi di Smoothy (che buono, ci sono molti genitori che ne approfittano) e palloncini colorati, poco rock, certamente, ma molto graditi!!!
Ci si guarda intorno, si aspetta e poi, finalmente, esce il gruppo.
Il frontman della DaddyBand, Riccardo, saluta il pubblico (siamo tantissimi), presenta il progetto e mostra con orgoglio il suo look con pigiama rock, poi invita i bambini ad avvicinarsi e, da quel momento, tutto diventa travolgente.
Si comincia con i Queen, e Riccardo ci racconta la storia di Freddy, un bambino birbone che un giorno, in cantina, trovò la vecchia batteria del nonno Gino e iniziò a suonarla e a cantare “Noi ti rokkeremo!!!” (Pensatela al ritmo di We Will Rock You e poi immaginate un pubblico di piccini a partire dai due anni che risponde cantando a squarcia gola al ritmo dei Queen con i genitori dietro).
Riccardo Dellocchio, frontman e cantante della DaddyBand
Poi è la volta di un altro classico, My Sharona, una canzone del 1979 dei The Knack e Riccardo introduce il pezzo raccontando che è stato scritto da un bambino che, innamorato di una bimba di nome di Sharona, le aveva dedicato una poesia scritta, in mancanza di carta, su un calzino puzzolente. Ovviamente risate, applausi, e poi via a sentirla interpretata in inglese per poi finire a cantarla tutti insieme, con i nomi dei bambini presenti e intonando (my my my Francesco / my my my Rebecca)…
Si continua con Jump, dei Van Allen: stavolta la storia parla del canguro Maxwell a cui scappava pipì ma che non riusciva ad arrivare al bagno in tempo e, al termine della canzone, si canta tutti insieme “Maxwell jump! Jump!!”
Durante lo show c’è anche il tempo per presentare gli strumenti musicali e regalare ai bimbi una versione rock del “Coccodrillo come fa” che è uno spettacolo.
Poi Highway to Hell degli AC/DC e Patty Smith con People Have the Power!!! Tante, tante canzoni per uno spettacolo della durata di un’ora abbondantissima, tutte spiegate, cantate e poi giocate chiedendo al pubblico di rispondere e partecipare.
[dropcap]Q[/dropcap]uello che mi ha colpito davvero è stato non solo il coinvolgimento emotivo dei bambini, anche piccolissimi (24 mesi), beccati a ballare in modo forsennato mimando il movimento dei chitarristi, ma anche degli adulti, che si sono prestati a saltare, ballare, fare versi e contorcersi (alcuni con i bambini a cavalcioni sulle spalle), emozionandosi al suono del grande rock del passato.
La serata è stata davvero un successone e siamo usciti intorno alle 17.30 con la voglia di tornare. Molti bambini hanno chiesto il cd che era possibile comprare. Se davvero, come ha promesso Riccardo, il suo ascolto farà stare tranquilli i bimbi in macchina durante i viaggi lunghi, quelli dove la frase: “Ma quanto manca? Quando si arriva? Quanto manca, quando si arriva?” si ripete come un mantra facendo esaurire i genitori, sono 6 Euro davvero ben spesi.
[box_success]Sul blog di Lorenza Godani,
www.firenzeformatofamiglia.it, trovi tanti approfondimenti e spunti per vivere meglio con una famiglia maxi size![/box_success]