Se stai leggendo quest’articolo, probabilmente quest’anno il mese di settembre rappresenterà per te non solo il termine delle vacanze e il rientro al lavoro, ma anche la data d’inizio del nido o della scuola materna di tuo/a figlio/a. Panico, ansia, perplessità, trepidazione, gioia (ebbene sì, quell’invisibile cordone ombelicale che ancora vi tiene legati dalla sua nascita e che simboleggia la sua dipendenza da te, inizia finalmente a recidersi, o forse anche solo allentarsi, concedendoti quel tempo e quelle piccole libertà che fino a pochi giorni prima non ti sognavi neanche più), ma anche quel vago senso di colpa che ti fa sentire una mamma “meno buona”, sono solo alcune delle sensazioni che ti assaliranno in questo periodo.
Come ogni inizio, questa nuova fase rappresenta un importante momento di cambiamento e crescita per i nostri cuccioli che, naturalmente, seppur in modo differente, esprimeranno con pianti e capricci di vario genere questa loro reticenza a voler abbandonare le loro abitudini e sicurezze quotidiane.
Pianti disperati, scene madri degne dei più grandi palcoscenici italiani, disperazione totale tale da provocare anche il vomito in alcuni casi, saranno così all’ordine del giorno ogni volta che varcherete la soglia del nuovo asilo o della nuova scuola. E voi, da mamma, vi chiederete se state facendo la cosa giusta.
A questo punto, tanto per rendere le cose ancora più semplici, entreranno in gioco le dinamiche familiari, per cui il padre, di per sé molto più razionale e sicuramente più distaccato rispetto a voi, coinvolte come siete in questo legame viscerale, cercherà di spiegarvi che questi pianti non rappresentano un reale disagio ma un semplice capriccio. E voi, a questo punto, non ci capirete più niente. Che fine ha fatto la vostra capacità di conoscere a menadito le esigenze di vostro figlio e riconoscere ogni suo minimo bisogno?
Diciamo che la realtà si trova nel mezzo, ossia che chiaramente l’adattamento ad un ambiente nuovo, il lasciarsi andare tra le braccia e le cure di persone ancora sconosciute (le sue nuove maestre), la necessità di condividere giochi, spazi e attenzione con altri coetanei non saranno immediati e ci vorrà un po’ di tempo e una buona dose di pazienza prima di riuscire a poterlo lasciare sereno la mattina e felice di cominciare una nuova giornata con i suoi nuovi compagni.
Allo stesso tempo, però, in queste espressioni emotive del bambino è sicuramente presente anche il fattore capriccio, che gli permette di allontanare temporaneamente il distacco e di avere per sé ancora per un po’ la presenza, il contatto, le coccole del genitore.
Un consiglio che gli addetti ai lavori generalmente danno per rendere il meno traumatico possibile questo passaggio e favorire i primi passi verso l’indipendenza di vostro figlio, è quello di affidarsi alle maestre “sempre e senza esitazione”, senza cioè tornare indietro quando abbiamo salutato il nostro piccolo, per esempio, ma semplicemente ripresentarsi all’orario stabilito, creando cosi una nuova quotidianità. Per questo sarà dunque fondamentale non tenerlo a casa, interrompendo così la continuità delle tappe d’inserimento, né tantomeno sgridarlo e rimproverarlo per le sue urla e i suoi capricci. Accoglierlo, ascoltarlo, tranquillizzarlo e spiegargli che va tutto bene e che al termine dell’orario scolastico lo andrete a riprendere e starete di nuovo insieme, anche se non sembra, lo aiuterà.
E credeteci quando le maestre vi dicono che appena ve ne siete andati, come per magia, il vostro cucciolino ha smesso di piangere: si tratta di una dura e spesso “amara” verità…
5 Comments
Articolo interessante e veritiero…Il mio piccolo dopo una settimana di asilo piange tutti ancora tutti i giorni prima di entrare ma rispetto alle prime notti almeno non si sveglia piu’ urlando!!! Il calendario della Regione è utilissimo, grazie!
Ciao Agata, ci vuol pazienza e perseveranza, dicono… A parte tutto, e’ vero, l’ho sperimentato sulla mia pelle. Hai per caso notato altri cambiamenti nel suo atteggiamento? Sintomi di regressione, scatti di rabbia, bizze che prima faceva?
E se l’ingresso va bene mi devo preoccupare lo stesso per eventuali crisi a scoppio ritardato?
Ci puo’ stare come no. Se non ci saranno, meglio per te/voi!!
oggi primo giorno a tempo pieno: speriamo bene!